mercoledì 29 aprile 2015

Tiziano Ferro: l’amore è una cosa semplice e adesso te lo dimostrerò

Tiziano Ferro, nato a Latina il 21 febbraio 1980, è un cantante e cantautore italiano.
Fin da piccolo scrive le sue emozioni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri su dei quaderni, che renderà pubblici in due libri: “30 anni e una chiacchierata con papà”, che è la raccolta dei diari dal 1995 al 2010 e “L’amore è una cosa semplice”.
   
Spesso nei diari Tiziano Ferro esprime i suoi disagi in amore, finché nel 2010 fa coming out dichiarando: <<La liberazione più grande è stata poter parlare con le persone più vicine, con mio padre, la mia famiglia, gli amici, il resto è venuto naturale.>>


Spesso si tende a nascondere la vera identità di una persona dietro ad una maschera, per far sembrare tutto normale, ma la vera normalità è essere se stessi.
 
<<Sono triste perché mi è stato chiesto di far saltare fuori una fidanzata e di organizzare delle foto “finto casuali” per mettere a tacere le voci riguardanti la mia omosessualità. Mi sembra una cosa poco nobile, becera, scorretta, inutile, non me la sento, non capisco cosa devo fare ma soprattutto cosa sono.>>

30 anni e una chiacchierata con papà,  6 settembre 2003
Per Ferro è stato difficile capire quale fosse il suo  orientamento sessuale, e quando ha le prime esperienze si sente a disagio e in colpa.
<<Direi che, complice l’alcol, ho messo in atto il mio primo approccio ufficiale in un bar, alla luce del giorno (IO!!!?), ma ho paura a scriverne, non vorrei che questo quaderno finisca nelle mani sbagliate.
Non so cosa fare.
Mi sono fatto prendere dalla situazione, mi andava, ero brillo, ciao.
Non devo giustificare niente, non qui.>>

30 anni e una chiacchierata con papà, New York 12 aprile 2005

<<La crisi interiore comunque va avanti, non riesco a staccarmi dall’immagine di New York e mi sento placcato dal senso di colpa per aver concesso un posto al sole a un segreto che deve rimanere tale.
E se invece mi sentissi in colpa perché… mi è piaciuto??? Se questo forte senso di inadeguatezza fosse solo la conseguenza della voglia che ho… di rifarlo?
Mi faccio male a sollevare da solo tutto questo polverone. Ma non posso evitarlo, e io non sono uno che si prende in giro, che evita gli ostacoli.
Tiziano affronta tutto di petto, senza eccezioni.
La verità è che San Diego non fa altro che stimolarmi quei pensieri perché, ebbene sì, per quanto ammetterlo faccia male… ho voglia di rifarlo>>

30 anni e una chiacchierata con papà, 17 aprile 2005
Anche se gli anni passano, Tiziano Ferro è sempre frustato dai pettegolezzi sulla sua vita privata:

<<Intanto, sto tentando di arginare la rivoluzione mediatica scatenata dall’ennesimo articolo pettegolo sulla mia vita privata. Tutti sono nel panico più totale, mentre io, che dovrei essere quello più preoccupato , per tranquillizzare loro devo accollarmi il peso di essere lucido e di mantenere il controllo della situazione, sempre e a ogni costo.
Non si può continuare così.
E’ questa la vita che ho scelto e per la quale ho lottato e sofferto tanto da quando ero bambino?
Allora non posso permettere a nessuno di rovinarmela, lo devo a me stesso.
E’ triste pensare di poter essere attaccato solo perché non dico con chi vado a letto. Un tempo mi avrebbero dato del gentiluomo.>>

30 anni e una chiacchierata con papà, 20 settembre 2006

<<Ogni volta che penso all’omosessualità, poi, mi perdo del tutto.” […]
L’omosessualità è l’unica cosa davanti a cui non riesco a prendere una posizione chiara, anche se dentro di me ci sono sempre meno dubbi. E’ come una lettera d’amore che non sono in grado di consegnare alla persona per la quale l’avevo scritta.>>
30 anni e una chiacchierata con papà, 6 maggio 2007
Nel 2010 Tiziano Ferro decide di liberarsi dai pettegolezzi e dichiara la sua omosessualità.

<<Un paio di anni fa ho iniziato un percorso un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose, a partire dal mio rapporto con l’omosessualità. Così al termine dello scorso anno, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante. […]
Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l’omosessualità una specie di “malattia”.>>                   
Vanity Fair,2010



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